«Vivoanapoli», insieme per restare e non «fuire»

di Malania Guida | pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno del 5 maggio 2013 | articolo in pdf

L’associazione. Costruire un sistema della cultura e promuoverlo come motore di sviluppo e di cambiamento sociale

Il «modello Torino» come ipotesi di sviluppo urbano su cui riflettere e l’impegno di sottrarre alla destinazione di condominio culturale quel capolavoro monumentale che è il convento di San Domenico Maggiore.
Almeno per ora. Perché un programma vero e proprio ancora non c’è ma si sono messi insieme proprio per questo. Per «dare corpo e forma alle parole, alle idee e alle aspettative» di chi mette la cultura al primo posto. Rieccoli al Pan quelli di «Vivoanapoli», I’associazione nata il 26 maggio dello scorso anno per contribuire a costruire un sistema della cultura e promuoverlo come motore di sviluppo e di cambiamento sociale. Intanto perché orgogliosi di vivere a Napoli e poi perché convinti che la città possegga le risorse e le capacità per reagire e per promuovere un processo di cambiamento.

Uomini e donne di buona volontà coordinati dalla tenacia di Emilia Leonetti che insieme con I’attore Andrea Renzi hanno messo a punto il manifesto associativo. Sotto le insegne logate di Ernesto Tatafiore che ha immaginato uno dei suoi «Vesuvi», un triangolo rosso fuoco da cui fuoriesce il nome dell’associazione, come simbolo di eruttiva rinascita. A parlare, ieri nella sala conferenze del Palazzo delle arti, I’assessore comunale alla Cultura Antonella Di Nocera e I’editore Diego Guida come rappresentanti del ruolo delle istituzioni, il musicista Pasquale Scialò e il giornalista Mario Franco per individuare le linee di programmazione, il critico teatrale Giulio Baffi a ricalcare la necessità di restare contro il «fuitevenne» eduardiano, Maria Pia Incutti, presidente della fondazione Plart e I’economista Giulio Maggiore per sottolineare il senso delI’impresa culturale. Contributi, ipotesi, sogni per uno spazio di riflessione aperto al dialogo con tutti (molti i cittadini intervenuti) per una reazione a catena che inneschi un meccanismo di rilancio della città, valorizzando le enormi risorse culturali presenti nel territorio.

Un’altra faccia dell’associazionismo pronta a tessere una rete che faccia di arte, teatro, musica, cinema, fotografia e letteratura i tasselli di una progettualità operativa. Capace di rilanciare la cultura come forza vitale che ci fa vivere meglio.
Prossima tappa, sabato 11 maggio, ore 11, al centro Shalom di via Santa Luisa de Marillac, alI’Arco Mirelli.

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