Confronto pubblico su «Sicurezza, legalità, come essere comunità»: un breve resoconto.

di Corinne Bove

Si è tenuto l’1 dicembre 2022 presso la Sala Roberto di Stefano al PAN, il Convegno dal titolo “Sicurezza, legalità, come essere comunità”, iniziativa promossa dall’Associazione culturale Vivoanapoli in collaborazione con il Comune.

Dopo i saluti del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli, la Presidente dell’associazione organizzatrice, Emilia Leonetti, ha introdotto l’argomento pulsante della serata sulla dispersione scolastica e la marginalità dei giovani che vivono in situazioni di povertà e degrado sociale.

Emilia Leonetti: oltre il 16% dei ragazzi in età scolare  abbandona gli studi in Campania. La Campania e la città metropolitana di Napoli pur avendo una popolazione giovanile elevata oltre il 15% contro il 12,7% della media nazionale, ( circa 7 milioni sono i ragazzi di età compresa tra i 6 e i 18 anni in Italia) hanno un tasso elevato di abbandoni scolastici e di evasione scolastica ( 18% in Campania, oltre il 20% a Napoli con punte del 50% in alcuni quartieri). C’è la necessità di elaborare proposte concrete per arginare le criticità e che deve partire innanzitutto dalla partecipazione consapevole.

Antonio De Iesu: L’ex Questore di Napoli ha elogiato  il grande lavoro svolto dagli assistenti sociali e dalle associazioni sottolineando che la strada da percorrere è ancora lunga e si necessità di più risorse coinvolte nei processi di recupero dei giovani. Fondamentale è l’approccio alla causa, ovvero la necessità di monitorare a monte le criticità, quotidianamente, per intervenire in tempo reale, a cospetto delle statistiche annue che non consentono di adoperarsi tempestivamente.

Ha, inoltre, aggiunto che a breve sarà discusso in Consiglio Comunale un Regolamento Municipale che detta comportamenti atti al decoro e alla cura della città, gli adulti devono dare  esempio di rispetto, limitando il più possibile quelle azioni non in linea con l’impegno civile.  E’ necessario curare il quartiere per educare e formare i ragazzi in un ambiente sano. La cultura repressiva non serve se non si creano le alternative.

Alessandro Giuliano: Ognuno deve fare la sua parte è il concetto ripreso e ribadito anche dal Questore di Napoli, che ha porto l’invito a una partecipazione reciproca tra cittadini e istituzioni denunciando le criticità e non sottacendole. Le Forze dell’Ordine sono presenti nel territorio, collaborano con le scuole, avallano politiche di sensibilizzazione contro la violenza di genere ma occorre il contributo di tutti per poter intervenire in tempo e prevenire la degenerazione.

Significativi sono stati gli interventi del Presidente Impresa sociale Con i Bambini, Marco Rossi Doria e del Presidente Fondazione San Gennaro, Pasquale Calemme che si adoperano per le comunità maggiormente colpite dal disagio, proponendo tavoli di discussione con le Istituzioni.

Marco Rossi- Doria: Due sono gli ingredienti fondamentali per creare comunità: il limite del presidio e l’offerta riparativa.  E’ necessaria la presenza delle istituzioni nelle scuole, la certezza della pena perché anche  il limite è un elemento della crescita. Il presidio limita i deliri, i bisogni e gli oltraggi. L’offerta riparativa deve essere costante nel tempo e offrire esperienze positive ai ragazzi. La scuola da sola non basta e urge un sistema integrato con le  Forze dell’Ordine , gli Enti locali e le associazioni. Sarà proposto alle Istituzioni la creazione di un tavolo di coordinamento permanente che sappia innanzitutto investire con profitto  l’ingente somma di denaro destinato agli asili nido e alla dispersione scolastica.

Pasquale Calemme: Prevenzione, cura e inserimento sociale compongono gli step necessari per implementare politiche di connessione tra cittadini. Speranze e alternative sono le basi necessarie per il cambiamento e la crescita. Il lavoro svolto nel Rione Sanità deve essere da esempio per rigenerare i quartieri dormitorio e periferici, garantire un’alternativa al degrado ma con gradualità, ovvero utilizzando dei dispositivi adeguati per l’inserimento sociale. La proposta è quella di puntare al dialogo diretto e assertivo con le Istituzioni che già in passato non si sono tirate indietro.

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