Waterfront porto di Napoli: la riqualificazione attesa e invocata dagli stakeholders. Finalmente un franco confronto pubblico tra istituzioni, associazioni, operatori presso la Stazione Marittima di Calata Porta Massa.

di Emilia Leonetti.

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Si è parlato di riqualificazione, trasformazione e integrazione con la città nella sala convegni della Stazione Marittima di Calata Porta Massa nel porto di Napoli.

Finalmente, grazie all’Associazione Vivoanapoli APS, si è portato all’attenzione pubblica un tema centrale nel processo di valorizzazione dell’area ‘monumentale’ dello scalo partenopeo e della sua ancora irrealizzata integrazione con la città.

Napoli, a differenza di altre città portuali come Genova, infatti, ha l’area compresa tra l’antico molo San Vincenzo (manufatto del ‘400) e l’Immacolatella Vecchia (edificio costruito nel ‘700 su progetto di Domenico Antonio Vaccaro) non aperta ai cittadini, perché in attesa di riqualificazione e soprattutto di trasformazione di alcuni suoi spazi ed edifici in luoghi fruibili, destinati ad attività culturali e del tempo libero.

Leonetti
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“L’incontro di oggi è una preziosa opportunità di dialogo tra istituzioni, operatori e cittadini per condividere iniziative e progetti necessari per realizzare l’attesa osmosi tra porto e città” ha dichiarato, aprendo i lavori, Cinzia Improta, Amministratore Delegato della Compagnia Marittima Meridionale, padroni di casa. “È importante che la costruzione della nuova Stazione Marittima al Molo Beverello sia avviata e che sia aperto il sottopasso che collega piazza Municipio al piazzale Angioino. Si tratta ora di proseguire e per questo, se vogliamo rendere Napoli attrattiva in maniera stabile, dobbiamo accelerare sui progetti di riqualificazione del waterfront per garantire servizi e funzioni proprie di una città internazionale.”

Il punto – è emerso con chiarezza durante il confronto – è avviare una fase di intensa concertazione e cooperazione tra Autorità di Sistema Portuale, Comune di Napoli, Sovrintendenza, operatori e in parte anche Regione Campania, per decidere le modalità di apertura dell’edificio Immacolatella Vecchia il cui restauro è terminato circa tre anni fa; la riqualificazione e la destinazione d’uso degli ex Magazzini Generali interessati ora da un progetto messo a gara e finanziato con fondi PNRR per la costruzione di un parcheggio sotterraneo e in parte per il suo restauro; l’avvio dei lavori per la realizzazione di una passeggiata sul Molo San Vincenzo e l’ apertura di una parte del molo alla città.

Si tratta di recuperare il tempo perso perché è in programma la definizione di un nuovo piano urbanistico della città e un nuovo piano regolatore del porto di Napoli.

“È questo il momento per avviare quella concertazione e condivisione tra Istituzioni indispensabili per realizzare l’integrazione tra porto e città, che significa decidere insieme sulla destinazione di un’area unica al mondo perché posta nel centro storico della città” ha precisato il Vice Sindaco e Assessore all’Urbanistica del Comune di Napoli, Laura Lieto.

L’area monumentale del porto partenopeo potrebbe diventare il distretto culturale e dell’economia del mare della città. “Bisogna superare l’attuale frammentazione creando una struttura ad hoc che abbia il compito di governare il processo di trasformazione e integrazione porto-città” ha evidenziato Massimo Clemente, Direttore CNR-Iriss e Presidente della Consulta delle Costruzioni.

Napoli, città portuale, è in paradossale ritardo rispetto ad altre città portuali del Mediterraneo.

“È mancata la cooperazione, è mancata una visione sistemica, integrata e su scala regionale dello scalo. La scelta alla fine degli anni ‘90 è stata quella di mantenere la multinfunzionalità dello scalo in uno spazio relativamente ristretto e a ridosso della città; questa scelta ha certamente influito sulla mancata integrazione. Non è però tardi, ma si deve tuttavia considerare di intervenire su scala regionale, pensando di diversificare le attività collocandole in altre aree” ha osservato Enrico Formato, docente di urbanistica dell’Università Federico II di Napoli e studioso di città portuali.

Sarebbe opportuno ragionare su scala regionale, includendo anche la Regione in scelte che riguardano spazi di correlazione tra porto e città. “Ci troviamo in uno spazio conteso in cui è difficile dare vita ad un progetto di rinascita e di riqualificazione del porto in relazione alla città. Solo attivando percorsi di cooperazione e di co-pianificazione questo sarà possibile. Come Regione siamo disponibili a realizzare processi di interazione tra aree portuali e città individuando, anche con il supporto di associazioni, modalità da definire sul piano normativo” ha ricordato Bruno Discepolo, Assessore all’Urbanistica e al Governo del Territorio della Regione Campania.

Dal suo canto l’Autorità di Sistema Portuale ha illustrato gli ingenti investimenti previsti per l’area oggetto dell’incontro che ammontano, solo per la realizzazione del parcheggio sotterraneo davanti ai Magazzini Generali, a 26 milioni di euro e a 20 milioni per il recupero dell’edificio. “La stazione marittima in costruzione al Molo Beverello e che è parte integrante del progetto di riqualificazione del waterfront portuale, vinto nel 2006 dal gruppo Euvé, al costo di 23 milioni di euro, sarà terminata entro il 2024. Per gli altri spazi l’interlocuzione con il Comune di Napoli, ma anche con gli altri attori istituzionali è costante ed è mirata a favorire la concertazione su un’area di forte interesse per la città” ha spiegato il rappresentante dell’AdSP Adele Vasaturo, Dirigente dell’Area Tecnica.

Infine Umberto Masucci, esponente di primo piano del cluster marittimo-portuale locale e nazionale, impegnato da anni per l’apertura del Molo San Vincenzo alla città, ha ricordato l’importanza della rete di associazioni che in questi anni si è via via formata intorno al molo; e ha anche sottolineato l’attenzione costante verso il waterfront che ha portato il cluster marittimo partenopeo a presentare una proposta di riqualificazione degli ex Magazzini Generali che prevede la destinazione a Museo del Mare e dell’Emigrazione. “Non sono innamorato delle mie idee, per cui sono disponibile a mettere in discussione le proposte. Quello però che vorrei è che si decidesse e che soprattutto dopo tanti anni si realizzassero gli interventi previsti. Nella mia vita ho visitato, per lavoro, innumerevoli città portuali e una città portuale come Napoli non esiste in nessuna parte del mondo” ha chiosato il Presidente del Propeller Club Nazionale.

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