Prezioso: “Troppa burocrazia frena lo sviluppo”

Articolo di Bianca De Fazio | pubblicato su Repubblica Napoli dell’11 novembre 2017

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DIBATTITO AL PAN PROMOSSO DA “VIVOANAPOLI”

«DA cinque anni l’associazione VivoaNapoli lavora sull’idea che per il futuro della città debbano fare sistema pubblico e privato. Un modello di sviluppo che sposi l’idea di “Napoli Città creativa” è quello attorno al quale vogliamo costruire un dibattito» dice la presidente di VivoaNapoli Emilia Leonetti per spiegare il senso del dibattito che ieri ha fatto tappa al Pan, chiamando a dialogare il presidente dell’Unione industriali di Napoli Ambrogio Prezioso, l’assessore comunale all’Urbanistica Carmine Piscopo, il professore di Politica dell’ambiente Ugo Leone, il direttore del Dipartimento di scienze politiche dell’ateneo Federico II Marco Musella. Tutti a confronto con uno degli artefici della rivoluzione di cui è stata protagonista Torino, Paolo Verri, che adesso dirige la Fondazione Matera Basilicata 2019 e pungola gli interlocutori napoletani affermando: «Serve un piano di sviluppo di lungo periodo, bisogna stabilire “come vogliamo Napoli tra 20 anni” e fare verifiche ogni 24 mesi. Ma attenzione: per fare sviluppo è indispensabile la cooperazione tra soggetti». E non basta cullarsi sugli allori del ritrovato turismo: «Bisogna lavorare chiedendosi: i turisti giunti qui credono che valga la pena ritornarvi? Manderebbero qui i propri figli a studiare? Trasferirebbero qui la propria impresa? Obiettivi cui puntare in maniera aziendale».

E se l’assessore Piscopo sottolinea le iniziative che hanno reso Napoli nuovamente attraente per i turisti, il lungomare pedonalizzato, ad esempio, se sottolinea che anche qui ci sono esempi di cooperazione istituzionale «per riavviare cose che erano ferme da tempo, e mi riferisco in particolare – dice – al Patto per Napoli», il presidente Prezioso sottolinea che i balzi avanti compiuti da città come Torino e Milano sono ben altro da quanto fatto a Napoli. «Qui – afferma Prezioso – ci sono fattori che bloccano lo sviluppo, e che non riusciamo a eliminare. La burocrazia, innanzitutto: in alcune zone di Napoli occorrono, per ottenere un permesso per costruire, ben 63 diversi pareri. E il costo dell’energia, che qui è del 20-25 per cento superiore. Certo, la politica messa in piedi da Brunini all’Aeroporto di Napoli ha fatto un miracolo, con gli 8 milioni di passeggeri di quest’anno, ma si torna presto indietro se la rete metropolitana o il porto non saranno al passo». «Il sistema universitario – afferma Musella – prova a fare la sua parte, ma si vince solo se attorno c’è un contesto non privo di condizioni di sviluppo ». E Leone ritorna sull’allarme sottolineato qualche giorno fa, su Repubblica, dal rettore Manfredi: «I laureati vanno via perché qui non ci sono centri decisionali. E abbiamo poco tempo per intervenire».

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