Piazza del Plebiscito e il tema della partecipazione

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Emilia Leonetti
Presidente VIVOANAPOLI

Pubblicato su Repubblica Napoli del 9/6/2017

Riprendo l’intervento di Aldo Capasso di pochi giorni fa per confermare quanto scrissi, due anni or sono, su Repubblica Napoli, sulla destinazione d’uso di Piazza del Plebiscito.

“Noi siamo la città del teatro e della musica. Lì sono le nostre più profonde radici e la nostra comune identità. Sembra naturale, ad esempio, pensare alla creazione di strutture mobili per rappresentazioni teatrali e musicali da programmare in determinati periodi dell’anno. Per questo diventa centrale la costituzione di una cabina di regia per sottrarre lo spazio a eventi estemporanei e non inseriti in una visione dell’area che includa anche gli edifici circostanti. “

Mi riferivo alle conclusioni raggiunte dal Comitato “I cittadini in piazza del Plebiscito. L’uso condiviso di uno spazio pubblico” cui avevo dato vita, insieme ad altri amici e consiglieri di municipalità. Un percorso di ascolto e di confronto con artisti, operatori culturali, architetti, scrittori, registi che abbiamo avuto tra Palazzo Reale e il Gambrinus e che è durato tre mesi.

Noi del Comitato ci aspettavamo che conclusa la prima fase, si potesse dare avvio ad una nuova fase incentrata sul confronto con le Istituzioni e sul coinvolgimento del Comitato. Proponemmo all’Amministrazione, principale interlocutore sull’utilizzo di Piazza del Plebiscito, di dare vita ad un gruppo di lavoro che prevedesse la nostra partecipazione.

Perché il nostro era stato un percorso di partecipazione, di interesse dal basso di uno spazio pubblico, a cui noi cittadini volevamo dare un contributo nelle scelte e nella pianificazione.
Non è stato possibile. L’Amministrazione non ha ritenuto, forse perché presa da urgenze o da questioni maggiormente rilevanti, di accogliere la nostra richiesta.

Per questo oggi vorrei porre a tutti noi una serie di interrogativi. Cosa vuol dire partecipazione? Cosa vuol dire offrire la propria collaborazione a chi è chiamato a governare? Chi stabilisce a cosa si può “partecipare” e a cosa non si può “partecipare”?

Il punto non è solo stabilire il limite, oltre il quale, chi governa non permette il coinvolgimento di soggetti estranei all’Amministrazione, ma anche comprendere perché, a prescindere dal Comitato, non si è tenuto conto delle proposte presentate.

E’ una questione che attiene alla politica. Perché che cos’è la politica se non la cura dell’interesse collettivo, l’impegno civile di tutti coloro che desiderano contribuire alla Cosa Pubblica? La volontà di essere cittadini attivi?
Piazza del Plebiscito, in questo quadro, è uno dei banchi di prova della buona politica, della possibilità di dare spazio e voce a chi non è nelle stanze del Governo, ma che dimostra capacità di coinvolgimento, passione, idee. Buona politica è anche dare risposte negative chiarendone le ragioni.

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